Gaia. 5ª primaria. Non sa ancora di essere dislessica.
Tra le pagine del diario trovo un foglio nascosto. Stropicciato. Accartocciato.
Ci sono stampate le tabelline.
È un foglio scolorito e rovinato, ma per Gaia quel foglio è l’unico appiglio per restare a galla in un mondo che chiede più “cosa sai”, piuttosto che “come stai”.
Soffre se glielo si prova a togliere.
Gaia abbassa gli occhi.
Prova vergogna.
Con tono accogliente e comprensivo le dico: “Questo foglio lo togliamo, e ne stampiamo un altro più grande, colorato, con dei disegni ed il tuo nome. E ne mettiamo uno di ogni quaderno”. Gaia incredula alza finalmente lo sguardo.
Occhi grandi che luccicano mentre annuisce con la testa, e con un filo di voce risponde: “Si...”.
Riconosciamo il suo diritto a sbagliare. Capisce che stiamo accogliendo le difficoltà che lei stessa ancora non comprende.
Facciamo questo perché in quel foglio nascosto, stropicciato e accartocciato, c’è nascosta la sua Autostima.
Stima di sé stropicciata dalla vergogna, e accartocciata dall’umiliazione di utilizzare in modo furtivo ciò che invece è un suo diritto didattico, legislativo e morale: avvalersi di una tavola pitagorica, una mappa concettuale o chiedere del tempo in più.
Nessun bambino dovrebbe umiliarsi così tanto nell’usare clandestinamente un proprio strumento di lavoro, di approfondimento e di crescita.
Invece, tutti i bambini dovrebbero sentirsi orgogliosi nel potersi avvalere del loro strumento di lavoro, di approfondimento e di crescita.
Buon primo lunedì di scuola.
9/1/2023